UN MESE CON MARIA 9 MAGGIO


Maria: Il compimento di un rito

Come tutti i genitori ebrei, a otto giorni dalla nascita, Maria e Giuseppe portarono Gesù al tempio di Gerusalemme. 
Così prescriveva la Leg­ge. 
Il gesto, oltre all'adempimento di un rito, esprimeva la consapevolezza che il bambino è un dono di Dio e appartiene a lui. Per Maria significava anche un'offerta: Gesù veniva offerto al Padre e lei stessa si univa nell'offerta, fino al­le estreme conseguenze.
Maria e Giuseppe, col bambino Gesù, sembravano una qualunque modesta fa­miglia ebraica. Non era facile riconoscere in Gesù il Figlio di Dio, il Salvatore. Ma Simeone e Anna, due persone anziane, sagge e sante, riconobbero Gesù. Si­meone, con un soprassalto di gioia, preso in braccio il bambino, si disse ormai pronto a morire nella pace, perché i suoi occhi avevano veduto il Salvatore pro­messo, "luce di rivelazione alle genti e la gloria del suo popolo Israele". Anche Anna si mise a lodare Dio e, con grande gioia, parlava a tutti del bambino.


A te, Maria, Simeone predisse una bruciante verità: molti avreb­bero respinto Gesù ed egli, che era venuto per la salvezza di tutti, sarebbe di­ventato motivo di perdizione per coloro che l'avrebbero rifiutato. Predisse che anche a te una spada avrebbe trafitto l'anima. 
Le parole di Simeone ti fecero riflettere molto. Ma di sicuro si faceva più chiara la consapevolezza che la pre­sentazione di Gesù al tempio era un'offerta, quasi un sacrificio che anticipava quello del Calvario. Intanto, però nel tuo cuore risuonavano dolci altre parole di Simeone: quel tuo piccolo era la salvezza preparata per tutti i popoli, luce per tutte le genti. Ave, o Maria…
 
Impegno
Gesù è luce e salvezza anche per noi se abbiamo un cuore dispo­sto ad accogliere la sua parola e a metterla come fondamento della nostra vita.

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